Nell’era dei selfie, un autoritratto ci riporta a un passato in cui le tecnologie erano diverse, ma l’ego non cambiava e la voglia di immortalarsi era uguale a quella di oggi. Con la differenza che, una volta, bisognava essere dei grandi pittori per ottenere il risultato che oggi otteniamo facendo un click sul nostro smartphone. E, a quanto pare, questa vanità colpiva anche il famoso Michelangelo.
La scoperta è stata fatta analizzando nei dettagli il ritratto fatto da Michelangelo Buonarroti (1475-1564), all’amica e poetessa Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, eseguito nel 1525 e conservato al British Museum di Londra. Se si osserva con attenzione all’altezza del braccio e dell’addome della nobildonna e, sul lato sinistro del disegno, vedrete della gambette appena tratteggiate. Quella che appare, infatti, è la sagoma di un uomo piegato, di cui scorgiamo il profilo, che mette il naso dentro al disegno che sta realizzando.
Secondo un gruppo di ricercatori della Federal University of Health Sciences di Porto Alegre, che ha pubblicato un’analisi del dipinto sulla rivista Clinical Anatomy, quel profilo altro non è che un autoritratto caricaturale dello stesso Buonarroti. La piccola sagoma di Michelangelo appare simile all’autocaricatura che l’artista aveva tratteggiato nel 1509, a lato di un sonetto dedicato all’amico Giovanni da Pistoia: in quel primo schizzo, Michelangelo si era disegnato in posizione eretta, nell’atto di dipingere la Cappella Sistina, mentre nel ritratto di Vittoria Colonna si sarebbe disegnato col corpo piegato in avanti ad angolo acuto, come se fosse proprio quel Michelangelo in miniatura a dipingere l’intero ritratto.
Secondo Deivis de Campos l’autocaricatura potrebbe essere una firma nascosta dell’artista, e potrebbe fornire preziosi indizi riguardo la sua corporatura e lo stato di salute a quel tempo. Insomma, il più grande anatomista dei tempi ha lasciato informazioni anche sulla propria, di anatomia.
Source: https://it.yahoo.com/notizie/michelangelo-e-quellautoritratto-nascosto-123524951.html
Editing: Ines Palumbo
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