Viviamo in una società in cui chi ruba dieci euro è un ladro e chi ne ruba dieci milioni è un milionario, in cui gli scandali fanno curriculum professionale ed essere indagati è un’eclatante pubblicità che spalanca le dorate porte della fama.
Una società impastoiata nei luoghi comuni e dominata dalla voglia di apparire. Se vivesse oggi, Amleto non si chiederebbe più: “Essere o non essere”, bensì: “Essere o apparire?”. E la risposta sarebbe: “Apparire”…specialmente in TV. Vallette, veline, prezzemoline varie incarnano l’ideale irraggiungibile di migliaia di ragazze ed i toy-boys, i tronisti sono la massima aspirazione degli adolescenti.
Stilisti, dalla sessualità quantomeno ambigua, impongono un ideale di bellezza androgina e scheletrica, e le riviste ci propinano ricette da mille calorie a cucchiaiata e nella pagina seguente ci tartassano con diete che prevedono quotidianamente una mela, uno yoghurt, un pomodorino scondito ed acqua a volontà.
La giovinezza è l’ultimo mito, la frontiera che dovrebbe essere perenne come i pini del Golfo napoletano.
Insomma, viviamo in una società assurda, in cui chi ha raggiunto il traguardo dei famigerati “anta” si strema in palestra per rassodare gli addominali e segue corsi di yoga per non soccombere all’abominevole realtà del tempo che passa.
Siamo “vittime strumentali” di una falsa demagogia dell’apparenza, in cui le persone normali, con problemi e necessità normali, si sentono fuori luogo, trascurate, messe da parte, vergognose della loro “banalità”, che – poi -é lo svolgersi naturale della vita.
Che fare? Arrabbiarsi? Amareggiarsi? Intristirsi?…
…Ma no, non affliggiamoci: prendiamola con filosofia, anzi, prendiamola con un sorriso liberatorio che ci ridia l’orgoglio di accettarsi e di infischiarcene dei diktat dei vecchi e nuovi guru dell’effimero, perchè – è risaputo -“una risata li seppelirà”.
Introduzione di Se i dolci facessero dimagrire, io sarei anoressica
Aforismi spiritosi per golose e golosi
Giusi Vanella